YAHUVEH

by - mercoledì, gennaio 03, 2024

 



Yahuveh

Definizione: Nome proprio del solo vero Eloah, nome che egli stesso si è dato. Yahuveh è il Creatore e di conseguenza il legittimo Sovrano dell’universo. “Yahuveh” è la versione vocalizzata del Tetragramma ebraico, יהוה, che significa “Egli fa divenire”. Queste quattro lettere ebraiche si possono rappresentare in varie lingue con le lettere YHVH o YHWH.

Dove si trova il nome di Eloah in alcune delle principali traduzioni bibliche?

Vecchio e Nuovo Testamento, tradotti da Antonio Martini: Nelle note ad Esodo 3:14 e 15 dice fra l’altro: “La maniera di pronunziare il nome incomunicabile di Eloah è diversa negli antichi autori . . . I più lo pronunziano Jehovah . . . Con questo nome Jehovah io sarò rammentato, e invocato ne’ tempi avvenire”.

La Sacra Bibbia, di Giovanni Diodati: In varie edizioni riporta il nome “Yahuveh” nell’intestazione di pagina 584 e nella soprascritta di Isaia 41.

Versione Riveduta, di Giovanni Luzzi: Nelle note a Esodo 3:15 e 6:3 usa la forma Jahveh. Nella nota a Matteo 1:21 usa la forma Jehovah. In Genesi 22:14 ha “Iehovah” come parte di un nome composto.

La Sacra Bibbia, a cura del Pontificio Istituto Biblico: Usa varie volte “Jahve”, ad esempio in Esodo 3:15; 6:2; Salmo 83:19. (Questa e altre traduzioni che usano il nome di Eloah in vari luoghi non dovrebbero coerentemente usarlo tutte le volte che il Tetragramma ricorre nel testo ebraico?)

La Bibbia Concordata: Usa “Iavè” in Salmo 83:19.

La Bibbia, a cura di Fulvio Nardoni: Il nome “Jahweh” vi ricorre più volte, ad esempio in Esodo 6:2, 3, 6, 8; Isaia 1:24; 3:1; 10:33; 26:4; 40:10; 51:22; 61:1, ecc.

Versioni di Salvatore Garofalo, di Luigi Moraldi, di Bonaventura Mariani: Usano regolarmente il nome di Eloah in tutte le Scritture Ebraiche, a cominciare da Genesi 2:4.

La Sacra Bibbia, delle Edizioni Paoline: Alcune volte ha “Jahvé” nel testo, come in Esodo 6:2, 3 e Geremia 1:6. L’edizione del 1970 ha “Jahvé” in Salmo 83:19, al posto di “Adonay” di edizioni precedenti.

La Sacra Bibbia, versione della CEI: Nella nota in calce a Esodo 3:14, 15 ha “JHWH”; nella nota a 1 Maccabei 3:18 parla del “nome santo di Eloah Jahveh”.

La Bibbia di Gerusalemme: Il nome di Eloah è menzionato in varie note in calce, come quelle su Esodo 3:13, Isaia 42:8, ecc.

La Sacra Bibbia, a cura di Giuseppe Ricciotti: Menziona il nome divino nelle note a Esodo 3:14; 6:2, 3; Gioele 3:12; Giona 4:10, 11.

Nuovissima Versione della Bibbia (Edizioni Paoline): Riporta il nome divino nella nota ad Esodo 6:2-8.

Il Nuovo Testamento e i Salmi, a cura di Giovanni Luzzi: Oltre che nella nota a Matteo 1:1, usa regolarmente “Jahveh” nella traduzione dei Salmi.

Il Nuovo Testamento e i Salmi, a cura di Oscar Cocorda: Usa varie volte “Iaveh” nei Salmi, ma in Salmo 83:18 ha “Jehova”.

Traduzione del Nuovo Mondo: Questa traduzione usa il nome Geova sia nelle Scritture Ebraiche che in quelle Greche Cristiane, complessivamente 7.210 volte.

Perché molte traduzioni della Bibbia non usano il nome personale di Eloah o lo usano solo qualche volta?

A pagina 41 della prefazione, la versione a cura del Pontificio Istituto Biblico dice: “Per esprimere l’idea di Eloah la lingua ebraica dispone di molti termini. Il più frequente (1.440 volte nel Pentateuco, più di 6.800 volte in tutta la Bibbia) è ‘Jahve’ . . . , nome proprio, come personale”. Spiegando poi i motivi per cui traduce quasi sempre Jahve con “Adonay”, in una nota della stessa pagina dice: Adonay non è propriamente la traduzione di ‘Jahve’ . . . ma sì di ‘Adonai’. Ora la tradizione ebraica . . . prescrive appunto di leggere ‘Adonay’ ogni qualvolta nel testo è scritto ‘Jahve’, ed è pratica antichissima, . . . al cuore cristiano la voce ‘Adonay’ manda un suono ben noto e commovente, ‘Jahve’ non gli dice nulla, e noi vogliamo che nella nostra versione la parola di Eloah vada diritta al cuore del lettore”. (Perciò, nell’eliminare quasi del tutto dalla Sacra Bibbia il nome personale del suo divino Autore, nome che nel testo originale ebraico ricorre più spesso di qualsiasi altro nome o titolo, i traduttori si sono basati sul loro proprio concetto di ciò che è appropriato. Ammettono di aver seguito l’esempio degli aderenti al giudaismo, ai quali Yahushua disse: “Avete reso la parola di Eloah senza valore a causa della vostra tradizione”. — Matt. 15:6).

Quei traduttori che si sono sentiti in dovere di includere il nome personale di Eloah almeno una volta o alcune volte nel testo principale, pur non riportandolo tutte le volte che compare in ebraico, hanno evidentemente seguito l’esempio di William Tyndale, che incluse il nome divino nella traduzione del Pentateuco pubblicata nel 1530, ponendo così fine alla consuetudine di omettere del tutto il nome di Eloah.

Gli ispirati scrittori delle Scritture Greche Cristiane usarono il nome Yahuveh?

Nel IV secolo, Girolamo scrisse: “Matteo, che è anche Levi, e che da pubblicano divenne apostolo, per primo compose un Vangelo di Ha'Mashyah in Giudea nella lingua e nei caratteri ebraici, a beneficio di quelli della circoncisione che avevano creduto”. (De viris inlustribus, cap. III) Questo Vangelo include 11 citazioni dirette di brani delle Scritture Ebraiche contenenti il Tetragramma. Non c’è alcun motivo per ritenere che Matteo non abbia citato i brani così com’erano nel testo ebraico dal quale citava.

Altri scrittori ispirati che redassero parti delle Scritture Greche Cristiane citarono centinaia di brani dalla Settanta, una traduzione greca delle Scritture Ebraiche. Molti di questi brani includevano il Tetragramma ebraico nel testo greco, così come attestano antiche copie della Settanta. In armonia con l’atteggiamento di Yahushua stesso nei confronti del nome del Padre suo, i discepoli di Yahushua avrebbero senz’altro conservato quel nome in tali citazioni. — Confronta Giovanni 17:6, 26.

Scrivendo nel Journal of Biblical Literature, George Howard, dell’università della Georgia, afferma: “Sappiamo di sicuro che i giudei di lingua greca continuarono a scrivere יהוה nelle loro Scritture greche. Inoltre, è molto improbabile che i primi netzarym ebrei di lingua greca, che erano conservatori, si distaccassero da questa usanza. Anche se in riferimenti secondari a Eloah usarono probabilmente le parole [Eloah] e [Adonay], sarebbe stato molto strano che togliessero il Tetragramma dal testo biblico stesso. . . . Dato che il Tetragramma era ancora scritto nelle copie della Bibbia greca che formavano le Scritture della chiesa primitiva, è ragionevole credere che gli scrittori del NT [Nuovo Testamento], citando la Scrittura, conservassero il Tetragramma nel testo biblico. . . . Ma quando fu tolto dal VT [Vecchio Testamento] greco, fu tolto anche dalle citazioni del VT nel NT. Pertanto, verso l’inizio del secondo secolo, l’uso di sostituti deve aver fatto sparire il Tetragramma da entrambi i Testamenti”. — Vol. 96, n. 1, marzo 1977, pp. 76, 77.

Qual è la corretta pronuncia del nome divino Yahuveh?

Nessun uomo può oggi sapere con certezza come lo si pronunciasse in origine in ebraico. Perché? In origine nell’ebraico biblico si scrivevano solo le consonanti, senza vocali. Finché la lingua fu di uso quotidiano, i lettori non ebbero difficoltà ad aggiungere le vocali opportune. Col tempo, però, sorse fra gli ebrei una superstizione secondo cui era sbagliato pronunciare ad alta voce il nome proprio di Eloah, per cui si servivano di termini sostitutivi. Secoli dopo, studiosi ebrei svilupparono un sistema di punti per rappresentare le vocali da usarsi nel leggere l’ebraico antico, ma, per quanto riguarda le quattro consonanti che rappresentano il nome divino, le vocalizzarono con le vocali dei termini sostitutivi. Così la pronuncia originale del nome divino non venne più usata.

Molti studiosi preferiscono la pronuncia “Yahweh”. J. B. Rotherham, nella sua Emphasised Bible, usò in tutte le Scritture Ebraiche la forma Yahweh. Ma in seguito, nei suoi Studies in the Psalms, usò la forma “Jehovah”, spiegando: “JEHOVAH — L’uso di questa forma inglese del nome commemorativo . . . nella presente versione del Salterio non è dovuto ad alcun dubbio circa la pronuncia più corretta, Yahwéh, ma esclusivamente alla constatazione personale dell’utilità di non discostarsi dalla forma più nota all’occhio e all’orecchio del pubblico in una questione come questa, dove la cosa principale è che il nome divino venga riconosciuto con facilità”. — Londra, 1911, p. 29.

Dopo aver discusso varie pronunce, il professore tedesco Gustav Friedrich Oehler concluse dicendo: “Da questo punto in poi uso la parola Yahuveh, perché in effetti questo nome è stato adottato nel nostro vocabolario, e non può essere sostituito”.  Theologie des Alten Testaments, seconda edizione, Stoccarda, 1882, p. 143.

Lo studioso gesuita Paul Joüon afferma: “Invece della (presunta) forma Yahweh, nelle nostre traduzioni abbiamo usato la forma Jéhovah . . . che è la forma letteraria convenzionale in francese”.  Grammaire de l’hébreu biblique, Roma, 1923, nota in calce a p. 49.

La maggior parte dei nomi subiscono qualche trasformazione da una lingua all’altra. Yahushua era ebreo di nascita, e in ebraico il suo nome si pronunciava forse Yahushùa‛, ma gli scrittori ispirati delle Scritture Cristiane non esitarono a usare la forma greca del nome, Iesoùs. Nella maggioranza delle altre lingue la pronuncia è leggermente diversa. Lo stesso vale per altri nomi biblici. Come possiamo dunque mostrare il dovuto rispetto per Colui al quale appartiene il nome più importante di tutti? Non menzionando o non scrivendo mai il suo nome perché non sappiamo esattamente come si pronunciasse in origine? O, piuttosto, usando la pronuncia e la grafia comuni nella nostra lingua, lodando Colui al quale esso appartiene e comportandoci quali suoi adoratori in una maniera che gli reca onore?

Perché è importante conoscere e usare il nome personale di Eloah?

Si può avere un’intima relazione con qualcuno di cui non si conosce il nome? Per coloro che non conoscono il Suo nome, Eloah spesso è solo una forza impersonale, non una Persona reale che conoscano e amino e alla quale possano parlare di cuore in preghiera. Se pregano, le loro preghiere sono puramente rituali, ripetizioni formali di espressioni imparate a memoria.

I veri netzarym hanno ricevuto da Yahushua Ha'Mashyah l’incarico di fare discepoli di persone di tutte le nazioni. Nell’ammaestrare queste persone, come si può precisare l’identità del vero Eloah così da distinguerlo dai falsi dèi delle nazioni? Solo chiamandolo col Suo nome personale come fa la Bibbia. — Matt. 28:19, 20; 1 Cor. 8:5, 6.

Eso. 3:15: “Eloah disse . . . a Mosè: ‘Devi dire questo ai figli d’Israele: “Yahuveh l’Eloah dei vostri antenati . . . mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome a tempo indefinito, e questo è il memoriale di me di generazione in generazione’”.

Isa. 12:4: “Rendete grazie a Yahuveh! Invocate il suo nome. Fate conoscere fra i popoli le sue gesta. Menzionate che il suo nome dev’essere innalzato”.

Ezec. 38:17, 23: “Il Sovrano Adonay Yahuveh ha detto questo: ‘. . . E certamente mi magnificherò e mi santificherò e mi farò conoscere davanti agli occhi di molte nazioni; e dovranno conoscere che io sono Yahuveh’”.

Mal. 3:16: “Allora quelli che hanno timore di Yahuveh si sono parlati l’un l’altro. Yahuveh è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono Yahuveh e rispettano il suo nome.”.

Giov. 17:26: “[Con riferimento ai suoi seguaci, Yahushua disse in preghiera al Padre suo:] Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, affinché l’amore col quale mi hai amato sia in loro e io unito a loro”.

Atti 15:14: “Simeone ha narrato completamente come Eloah per la prima volta rivolse l’attenzione alle nazioni per trarne un popolo per il suo nome”.

Il Yahuveh del “Vecchio Testamento” è il Yahushua Ha'Mashyah del “Nuovo Testamento”?

Matt. 4:10: “Yahushua gli disse: ‘Va via, Satana! Poiché è scritto: “Devi adorare Yahuveh [“il Adonay”, CEI e altre] il tuo Eloah, e a lui solo devi rendere sacro servizio”’”. (Ovviamente Yahushua non stava dicendo che si dovesse adorare lui).

Giov. 8:54: “Yahushua rispose [ai giudei]: ‘Se io glorifico me stesso, la mia gloria non è nulla. È il Padre mio che mi glorifica, colui che voi dite sia vostro Eloah’”. (Le Scritture Ebraiche identificano chiaramente Yahuveh come il Eloah che i giudei professavano di adorare. Yahushua non disse di essere Yahuveh, ma che Yahuveh era il Padre suo. Così Yahushua indicò al di là di ogni dubbio che lui e il Padre erano due persone diverse).

Sal. 110:1: “Espressione di Yahuveh al mio Adonay [cioè al Adonay di Davide]: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’”. (In Matteo 22:41-45 Yahushua spiega di essere egli stesso il “Adonay” di Davide menzionato in questo salmo. Yahushua è dunque colui al quale erano rivolte quelle parole di Yahuveh).

Filip. 2:9-11: “Per questa stessa ragione Eloah lo ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché nel nome di Yahushua si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto la terra, e ogni lingua confessi apertamente che Yahushua Ha'Mashyah è Adonay alla gloria di Eloah Padre”. (Come si può notare, Yahushua Ha'Mashyah è distinto da Eloah Padre e a lui soggetto).

Anche se tutte queste scritture dimostrano l'umiltà di Yahushua di non farsi uguale al Padre come è anche scritto in Filippesi 2:5-11 "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Yahushua Ha'Masyah, il quale, pur essendo in forma di Eloah, non considerò l'essere uguale a Eloah qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte sul palo. Perciò Eloah lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Yahushua si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Yahushua Ha'Mashyah è Adonay, alla gloria di Eloah Padre". 

Ma c'è anche da considerare il fatto che esiste l'Angelo di YHVH e che spesso è associato a Yahuveh stesso.

CHI E' L’ANGELO DI YHVH

Molti commentatori hanno notato l’apparizione dell’Angelo di YHVH e la sua relazione stretta con YHVH. Questi sono i commenti degli editori del “Vine’s Expository Dictionary of Biblical Words” – articolo 'angelo' pagina 5:

Terze, e più significative sono le frasi mal’ak Yhvh, “l’Angelo dI Yahuveh”, e mal’ak elohim “l’Angelo di Elohim” [o “l’Angelo degli Dei”].  La frase è usata sempre al singolare.  Essa denota un angelo che ha principalmente una funzione di salvezza e di protezione: “Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l'Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò” (Es. 23:23).  Egli può anche portare distruzione: “Davide, alzati gli occhi, vide l'angelo di Yahuveh che stava fra terra e cielo con la spada sguainata in mano, tesa verso Gerusalemme. Allora Davide e gli anziani, coperti di sacco, si prostrarono con la faccia a terra” (1Cr. 21:16).

La relazione tra Yahuevh e “l’Angelo di Yahuveh” è spesso così stretta che è difficile separare i due (Gn. 16:7 e seguenti; 21:17 e seguenti; 22:11 e seguenti; 31:11 e seguenti; Es. 3:2 e seguenti; Gd. 6:11 e seguenti; 13:21 e seguenti).  Queste indicazione hanno spinto qualche interprete alla conclusione che “l’angelo di Yahuveh” era Yahushua Ha'Mahyah.

Nella traduzione di Aquila, Elohim era tradotto come gli Dei come nota Agostino.

The International Standard Bible Encyclopedia è molto cauta nella sua valutazione, più probabilmente perché i commentatori sono spinti da un’erronea posizione trinitaria.  Se Yahushua fosse veramente l’Angelo di YHVH allora il paradigma trinitario è reso assurdo.  Nonostante ciò, nell’articolo Angelo, a pagina 125 del Volume 1 si legge:

C. Angelo delle Teofanie. Questo angelo è chiamato “angelo del Signore”, e “angelo della presenza [o volto] del Signore”.  I passaggi seguenti contengono dei riferimenti a questo angelo:

Uno studio di questi passaggi dimostra che sebbene l’angelo e YHVH siano a volte distinti l’uno dall’altro, essi sono con la stessa frequenza e negli stessi passaggi uniti l’uno all’altro.  Come si può spiegare?  E’ ovvio che queste apparizioni non possono essere dell’Altissimo stesso, che nessun uomo ha mai visto, o può vedere.  Nel cercare una spiegazione, un’attenzione particolare dovrebbe essere prestata a due dei passaggi sopra citati.  In Es. 23:20 e seguenti, Dio promette di inviare un angelo davanti al suo popolo per condurlo alla terra promessa; ad essi è ordinato di obbedirgli non di provocarlo, “egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui”.  Dunque l’angelo può perdonare il peccato, cosa che solo Eloah può fare, poiché il nome di Eloah, cioè il suo carattere e dunque la sua autorità sono nell’angelo.  Inoltre nei passaggi Es. 32:34 - 33:17 Mosè intercede per il popolo dopo la prima rottura del patto; Eloah risponde promettendo, “Ecco il mio angelo ti precederà” ; e subito dopo Eloah dice, “Ma io non verrò in mezzo a te”.  In risposta ad ulteriori invocazioni, Eloah dice, "Io camminerò con voi e ti darò riposo". Qui è fatta una chiara distinzione tra un angelo ordinario e l’angelo che porta con se la presenza di Yahuveh. La conclusione potrebbe essere riassunta nelle parole di A.B Davidson nel suo “O.T Theology” (1904): “Con qualche prudenza particolare si potrebbe si potrebbe tracciare la presenza di Yahuveh nell’influenza e nell’opera; Nelle apparizioni angeliche ordinarie si potrebbe scoprire la presenza di Yahuveh in qualche aspetto del suo essere, in qualche attributo del suo carattere; nell’angelo di Yahuveh egli è pienamente presente come Eloah alleato del suo popolo, per redimerli.

La domanda rimane ancora; chi è l’angelo della teofania? A questa domanda sono state date molte risposte, fra di esse vale la pena di menzionare le seguenti: (1) Questo angelo è semplicemente un angelo con una commissione speciale; (2) egli potrebbe essere una discesa temporanea di Eloah nella visibilità; (3) egli potrebbe essere il logos (verbo), una specie di temporanea incarnazione della seconda persona della binità. Ognuna di esse ha le sue difficoltà, ma l’ultima è certamente quella che convince maggiormente.  Comunque deve essere ricordato che queste al massimo sono tutte congetture che sfiorano un grande mistero.  E’ certo che sin dall’inizio Eloah usava angeli in forma umana, con voci umane per poter comunicare con l’uomo; e le apparizioni dell’angelo di Yahuveh, con la sua speciale relazione redentrice con il popolo di Eloah, mostrano il funzionamento di questo metodo divino dell’autorivelazione che è culminato nella venuta del salvatore, e sono dunque un presagio e una preparazione per la piena rivelazione di Eloah in Yahushua Ha'Mashyah.  Non è prudente andare oltre a ciò.

Comunque, i traduttori della Bibbia Ampliata, detti anche Trinitari, sono molto più aperti nell’ammettere l’identità dell’Angelo di YHVH.  Ecco alcuni dei loro commenti:

“L’Angelo di Yahuveh”, o “di Dio”, o “della sua presenza” è facilmente identificabile con Adonay Eloah (Gn. 16:11,13; 22:11,12; 31:11,13; Es. 3:1-6 ed altri passaggi). Ma è ovvio che “l’Angelo di Yahuveh” è una persona diversa da Eloah il Padre (Gn. 24:7; Es. 23:20; Zc. 1:12,13 ed altri passaggi).  E “l’Angelo di Yahuveh non appare più dopo che Yahushua è venuto in forma umana.  Egli deve essere per forza uno della divinità  “due sono uno”. “L’Angelo di Yahuveh” è parallelamente il  visibile Yahuveh dell’Antico Testamento, come Yahushua Ha'Mashyah lo è del Nuovo Testamento. Dunque la sua divinità è chiaramente descritta nell’Antico Testamento.  The Cambridge Bible osserva, “Vi è una affascinante previsione della venuta del Messia, che spezza l’oscurità con una costanza sorprendente, a intervalli dalla Genesi a Malachia. Abramo, Mosè, la schiava Hagar, il povero agricoltore Gedeone, perfino gli umili genitori di Sansone avevano visto e avevano parlato con lui secoli prima che gli angeli messaggeri proclamassero la sua nascita a Betlem. (nota in calce alla Gn. 16:7).

E’ Yahushua stesso (come Giacobbe infine capisce nella Gn. 32:30) in forma di angelo. (nota in calce alla Gn. 32:29).

[Giacobbe] morì a 147 anni, avendo detto, “L’Angelo della redenzione [cioè l’Angelo redentore]…mi ha liberato da ogni male” (Gn. 48:16). (nota in calce alla GN.47:9).

“L’Angelo di Yahuveh” qui è identificato come il Messia stesso. (nota in calce alla Gn. 48:16)

Nel racconto di Mosè e del roveto ardente, “l’Angelo di Yahuveh” è identificato con Yahuveh stesso.  Vedere in particolar modo Es. 3:4,6.  

Vedere la nota in calce alla Gn. 16:7; Qui “l’Angelo di Yahuveh” è associato alla nuvola (Es. 13:21). Il fatto che l’Angelo di Yahuveh sia un angelo creato distinto dagli altri angeli, in molti punti identificato con Adonay Yahuveh, è innegabile.  D’altro canto ci sono dei passaggi in cui egli sembra essere distinto da Eloah il Padre. Il modo più semplice per far conciliare queste due qualità è quello di adottare la vecchia concezione di questo Angelo, cioè Yahushua, che appare come rivelatore del Padre anche in quel primo periodo (Johan P.Lange, A commentary). (nota in calce a Zc. 1:11).

L’ultima nota in calce asserisce che è possibile distinguere tra angeli creati e non creati. Ma non c’è alcun fondamento biblico per questa posizione.  Chiaramente è solo un’asserzione fatta con lo scopo di supportare il credo nella Trinità.

Infine, vale la pena notare i commenti di Vincent nel suo Word Studies in the New Testament a proposito dell’uso del termine logos:

La parola [Logos] qui punta direttamente alla GN. 1, dove l’atto della creazione è compiuto dalle parole di Yahuveh (confrontare Sal 33:6). L’idea di Eloah, che è occulto nella sua vera e profonda natura, di rivelarsi nella creazione, è la radice dell’idea di Logos, in contrasto con tutti i concetti materialistici o panteistici della creazione.  Questa idea si sviluppa nell’Antico Testamento.

L’Angelo di Yahuveh. Il messaggero di Eloah che serve come suo agente nel mondo sensibile, ed è a volte distinto da Yahuveh e qualche volta identico a Lui.

Dopo la cattività babilonese i dottori ebrei unirono in un unico punto di vista le teofanie, le rivelazioni profetiche ed in generale le manifestazioni di Yahuveh, unendole in un’unica concezione, cioè di un agente permanente di Yahuveh nel mondo sensibile, che essi designarono con il nome Memra (parola) di Yahuveh.  Gli ebrei dotti introdussero l’idea nei Targum, o parafrasi aramaiche dell’Antico Testamento, che venivano lette pubblicamente nelle sinagoghe, sostituendo il nome Parola di Yahuveh con Yahuveh, ogni volta Eloah manifestava se stesso. Dunque in Gn. 39:21, essi parafrasano, “Memra era con Giuseppe in prigione”.  In Sal.110 Yahuveh rivolge il primo verso a Memra. Memra è l’angelo che distrugge i primogeniti d’Egitto, e fu il Memra a condurre gli israeliti nella colonna di nubi. (pp.26-28).

Quando Giovanni scrisse a proposito del Logos nel prologo del suo vangelo (Gv. 1:1-18) egli usò un termine greco usato per tradurre Memra, che fu interpretato come una teofania (cioè una manifestazione di Eloah) che necessariamente portava il nome di Eloah e quindi la sua autorità. Tradurre Logos con il termine inglese 'Word' cioè parola, come si trova spesso nelle Bibbie inglesi, è una sfortunata semplificazione di questo concetto. Chiamare Yahushua il Logos di Eloah equivaleva (con termini greci) ad identificarlo come il Memra di Yahuveh o Angelo di YHVH.

Come si può amare Yahuveh se lo si deve anche temere?

La Bibbia ci dice sia di amare Yahuveh (Luca 10:27) che di temerlo. (1 Piet. 2:17; Prov. 1:7; 2:1-5; 16:6) Il sano timore di Eloah ci spinge a stare molto attenti a non incorrere nel suo disfavore. Il nostro amore per Yahuveh ci stimola a voler fare le cose che gli piacciono e a esprimergli la nostra gratitudine per le sue innumerevoli espressioni di amore e di immeritata benignità.

Esempi: Un figlio ha giustamente timore di recare dispiacere al padre, ma la gratitudine per tutto ciò che il padre fa per lui dovrebbe anche indurlo a manifestargli sincero amore. Un sub può dire che ama il mare, ma il sano timore che esso gli incute gli fa capire che ci sono certe cose che non deve fare. In modo analogo, il nostro amore per Eloah dovrebbe coesistere col sano timore di fare qualsiasi cosa che possa incorrere nella sua disapprovazione.




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