MORTE

by - martedì, gennaio 02, 2024

 




Morte

Definizione: Cessazione di tutte le funzioni vitali. Quando cessano la respirazione, il battito cardiaco e l’attività cerebrale, la forza vitale smette gradualmente di operare nelle cellule del corpo. La morte è il contrario della vita.

Eloah creò l’uomo perché morisse?

Tutt’altro. Yahuveh mise in guardia Adamo contro la disubbidienza, la quale avrebbe portato alla morte. (Gen. 2:17) In seguito Eloah avvertì gli israeliti di non intraprendere una condotta che li avrebbe portati anche solo a una morte prematura. (Ezec. 18:31) A suo tempo inviò il proprio Figlio perché morisse a favore dell’umanità affinché coloro che avrebbero riposto fede in questo provvedimento potessero ricevere la vita eterna. — Giov. 3:16, 36.

Salmo 90:10 dice che di solito la vita umana è di 70 o 80 anni. Questa era la situazione quando Mosè scrisse, ma non era così in principio. (Confronta Genesi 5:3-32). Ebrei 9:27 dice che “agli uomini è riservato di morire una volta per sempre”. Anche questo era vero quando fu scritto. Ma non era così prima che Eloah condannasse il peccatore Adamo.

Perché invecchiamo e moriamo?

Yahuveh creò la prima coppia umana perfetta, con la prospettiva di vivere per sempre. Furono dotati di libero arbitrio. Avrebbero ubbidito al loro Creatore spinti dall’amore e dalla gratitudine per tutto ciò che aveva fatto per loro? Erano pienamente in grado di farlo. Eloah disse ad Adamo: “In quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morirai”. Servendosi del serpente come portavoce, Satana adescò Eva e la indusse a violare il comando di Yahuveh. Adamo non riprese la moglie, ma si unì a lei nel mangiare quel frutto proibito. Yahuveh mantenne la parola e condannò a morte Adamo, ma prima di eseguire la sentenza permise misericordiosamente che la coppia peccatrice generasse dei figli. — Gen. 2:17; 3:1-19; 5:3-5; confronta Deuteronomio 32:4 e Rivelazione 12:9.

Rom. 5:12, 17, 19: “Per mezzo di un solo uomo [Adamo] il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato. . . . Per il fallo di un solo uomo la morte ha regnato . . . Per mezzo della disubbidienza di un solo uomo molti furono costituiti peccatori”.

1 Cor. 15:22: “In Adamo tutti muoiono”.

Vedi anche la voce “Destino”.

Perché muoiono i bambini?

Sal. 50:7, CEI [51:5, NM]: “Nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre”. (Vedi anche Giobbe 14:4; Genesi 8:21).

Rom. 3:23; 6:23: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Eloah . . . Il salario che il peccato paga è la morte”.

Non è Eloah che “prende con sé” i bambini togliendoli ai genitori, come dicono alcuni. Benché la terra produca cibo in abbondanza, avidi elementi politici e commerciali spesso ne ostacolano la distribuzione ai più bisognosi, e questo provoca la morte per malnutrizione. Alcuni bambini perdono la vita in incidenti, come gli adulti. Ma tutti noi abbiamo ereditato il peccato; siamo tutti imperfetti. Siamo nati in un sistema in cui tutti, buoni e cattivi, infine muoiono. (Eccl. 9:5) Ma Yahuveh desidera vivamente che i figli possano riabbracciare i genitori mediante la risurrezione, e ha preso un amorevole provvedimento in tal senso. — Giov. 5:28, 29; Giob. 14:14, 15; confronta Geremia 31:15, 16; Marco 5:40-42.

Dove sono i morti?

Gen. 3:19: “Col sudore della tua faccia mangerai pane finché tornerai al suolo, poiché da esso sei stato tratto. Poiché polvere sei e in polvere tornerai”.

Eccl. 9:10: “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceòl [“tomba”, Lu; “soggiorno de’ morti”, VR; “inferi”, CEI], il luogo al quale vai”.

In che condizione si trovano i morti?

Eccl. 9:5: “I viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla”.

Sal. 146:4: “Il suo spirito se ne esce, egli torna al suolo; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri [“pensieri”, KJ; “disegni”, CEI, VR; “piani”, Ga]”.

Giov. 11:11-14: “‘Lazzaro, il nostro amico, è andato a riposare, ma io vado a svegliarlo dal sonno’. . . . Yahushua disse loro apertamente: ‘Lazzaro è morto’”. (Anche Salmo 13:3)

C’è qualche componente dell’uomo che sopravviva alla morte del corpo?

Ezec. 18:4: “L’anima [“anima”, Di, Ma, Ri, Sa, Ti, VR; Na (18:20); “persona”, Con, Ga] che pecca, essa stessa morirà”.

Isa. 53:12: “Versò la sua anima [“anima”, Di, Na; “se stesso”, CEI, Con, VR] alla medesima morte”. (Confronta Matteo 26:38).

Vedi anche le voci “Anima” e “Spirito”.

I morti possono in qualche modo aiutare i vivi o far loro del male?

Eccl. 9:6: “Il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, ed essi non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in nessuna cosa che si deve fare sotto il sole”.

Isa. 26:14: “Sono morti; non vivranno. Impotenti nella morte, non si leveranno”.

Che dire dei racconti di un’altra vita fatti da persone rianimate dopo essere state dichiarate morte?

Normalmente, dopo l’arresto della respirazione e del battito cardiaco, passano alcuni minuti prima che la forza vitale presente nelle cellule del corpo cominci gradualmente a spegnersi. Se l’organismo è esposto a temperature molto basse, questo processo può essere ritardato di ore. Per questa ragione a volte è possibile praticare con successo la rianimazione cardiopolmonare. Queste persone erano, come si suol dire, “clinicamente morte”, ma le cellule del loro organismo erano ancora vive.

Molte persone che si sono riprese dopo la “morte clinica” non ricordano nulla. Alcune dicono di aver provato la sensazione di galleggiare nel vuoto. Altre raccontano di aver visto cose bellissime. Altre ancora definiscono terrificante la loro esperienza.

Esiste una spiegazione medica di queste esperienze?

Un esperto dice: “Quando la forza fisica è al livello più basso, come sotto anestesia, o come risultato di una malattia o di un trauma, il controllo automatico delle funzioni organiche diminuisce di conseguenza. Pertanto, i neurormoni e le catecolammine del sistema nervoso vengono prodotti e liberati in quantità incontrollate. Il risultato, fra gli altri sintomi, è un’allucinazione, la sensazione, interpretata razionalmente una volta ripresa conoscenza, d’esser morti e poi tornati in vita”. — Julian DeVries, redattore medico dell’Arizona Republic, 28 maggio 1977, p. C-1; anche il periodico sanitario tedesco Fortschritte der Medizin, n. 41, 1979; Psychology Today, gennaio 1981.

Ma la testimonianza delle persone rianimate non è confermata da altri a cui sono apparse persone care defunte che hanno anche parlato loro?

Si rileggano le scritture già citate a proposito della condizione dei morti. Cosa dice la verace Parola di Eloah circa la condizione dei morti?

Chi ha interesse a far che gli uomini credano diversamente? Dopo che Yahuveh ebbe avvertito i nostri primogenitori che la disubbidienza avrebbe portato alla morte, chi fu che contraddisse questa affermazione? “Il serpente [impiegato da Satana; vedi Rivelazione 12:9] disse alla donna: ‘Positivamente non morirete’”. (Gen. 3:4) In seguito, ovviamente, Adamo ed Eva morirono. Per logica, chi può essere stato, quindi, a tirar fuori l’idea che una componente spirituale dell’uomo sopravviva alla morte del corpo? Come abbiamo già visto, questo non è ciò che dice la Parola di Eloah. La legge data da Eloah all’antico Israele condannava come ‘impura’ e ‘detestabile’ l’usanza di interrogare i morti. (Lev. 19:31; Deut. 18:10-12; Isa. 8:19) Un Eloah di amore avrebbe forse condannato questa pratica se i vivi avessero davvero potuto comunicare con i loro cari morti? Se invece erano spiriti demonici a spacciarsi per i defunti e a sviare gli uomini mediante sensazioni mentali volte a perpetuare una menzogna, non sarebbe stato amorevole da parte di Eloah proteggere i suoi servitori da questo inganno? — Efes. 6:11, 12.

Perché i netzarym non seguono le usanze tradizionali del lutto per i morti?

Provare dolore per la morte di una persona cara è una cosa normale, e tale sentimento può essere appropriatamente espresso

Dopo la morte di Lazzaro, suo intimo amico, “Yahushua pianse”. (Giov. 11:35, VR) A volte servitori di Eloah hanno provato un grandissimo dolore per la morte di qualcuno. — 2 Sam. 1:11, 12.

Ma, a motivo della speranza della risurrezione, ai netzarym è detto: “Non vogliamo che siate nell’ignoranza circa quelli che dormono nella morte, affinché non vi rattristiate come fanno anche gli altri che non hanno speranza”. — 1 Tess. 4:13.

I servitori di Yahuveh non rifiutano tutte le usanze funebri

Gen. 50:2, 3: “Giuseppe comandò ai suoi servitori, i medici, di imbalsamare suo padre . . . e impiegarono per lui quaranta giorni interi, poiché di consueto impiegano tanti giorni per imbalsamare”.

Giov. 19:40: “Preso il corpo di Yahushua, lo avvolsero in bende con gli aromi, com’è usanza fra i giudei di preparare per la sepoltura”.

Coloro che cercano di piacere a Eloah evitano le usanze che sono in contrasto con la sua Parola

Certe usanze fanno pubblicità al dolore della persona. Ma Yahushua disse: “Quando digiunate [perché addolorati], smettete di fare la faccia triste come gli ipocriti, poiché sfigurano le loro facce per far vedere agli uomini che digiunano. Veramente vi dico: Essi hanno appieno la loro ricompensa. Ma tu, quando digiuni, spalmati la testa di olio e lavati la faccia, per far vedere che digiuni non agli uomini, ma al Padre tuo che è nel segreto; allora il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. — Matt. 6:16-18.

Certe usanze rispecchiano la credenza che l’uomo abbia un’anima immortale che sopravvive alla morte del corpo, e che quindi la persona deceduta sia consapevole di ciò che fanno i superstiti. Ma la Bibbia dice: ‘I morti non sono consci di nulla’. (Eccl. 9:5) E aggiunge: “L’anima che pecca, essa stessa morirà”. — Ezec. 18:4.

Molte usanze hanno origine dalla credenza che i morti abbiano bisogno dell’aiuto dei vivi o dal timore che, se non vengono placati, possano far loro del male. Ma la Parola di Eloah mostra che i morti non provano né dolore né piacere. “Il suo spirito se ne esce, egli torna al suo suolo; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”. (Sal. 146:4; vedi anche 2 Samuele 12:22, 23). “Il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, ed essi non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in nessuna cosa che si deve fare sotto il sole”. — Eccl. 9:6.




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